Post più popolari

giovedì 22 novembre 2012

Venti di guerra...

Dai primi passi a quattro mani dell'uomo sul nostro pianeta, era evidente che la sua storia non sarebbe stata una passeggiata.
Infatti l'istinto di sopravvivenza ha esercitato un'influenza direi fondamentale sullo sviluppo del genere umano, determinandole poi il percorso di caratterizzazione nel corso dei secoli.
Ma la cosa che ritengo abominevole (ossia "fuori dall'uomo", quindi non di natura umana) è il modo in cui si sia estremizzato questo istinto arrivando paradossalmente ai gesti della quotidianeità.

Si lotta per i soprusi su civili coinvolti in guerre che non vogliono così come per il parcheggio sotto casa, si mostrano i denti per la fila al supermercato così come si lanciano bombe carta per salvaguardare i diritti all'istruzione, al lavoro, al vivere degno, e il chè è davvero una contraddizione nella contraddizione.

E non ci si accorge che per affermare l'ego, per delimitare lo spazio, il più ampio possibile, di sopravvivenza soggettiva, si arriva a rischiare il crollo di quel sistema stesso che permette l'affermazione dell'ego e la determianzione dello spazio di sopravvivenza. E' pur vero che il processo di fagocitazione del sistema è lento, tanto lento da non permettere un immediato e puntuale riscontro di ciò che veramente sta accadendo, se non riuscendo a porsi in un sistema di visione del tutto distaccato e fuori dal tutto stesso. Ed ecco in cosa si distinguono le menti superiori o "illuminate".

Inesorabilmente, su tutti i livelli del vivere umano è così. Obiettivi iniziali di grande risonanza, basati su ideali Oggettivamente importanti, legati a valori di umana incompatibilità. Percorso che aggrega umane risorse, accomunati da illusorie volontà, che stimola l'ampliamento del sistema dal quale nasce e nel quale si sviluppa. E crack. La rottura. Mascherata dalla volontà a far nascere molteplicità di idee, ma fondamentalmente alimentata dall'interesse per obiettivi non più collettivi, ma Soggettivamente importanti.

Ed ecco che il sistema stesso comincia a vacillare.

Guerra per il controllo delle risorse vitali, che dovrebbero essere dell'Uomo in quanto Uomo e non dell'uomo come soggetto appartenente a quella razza piuttosto che a quel paese o quant'altro.
Guerra interna per il controllo delle risorse di un territorio per l'affermazione di una classe dirigenziale, sia essa politica o industriale o quant'altro.
Guerricciola per il controllo delle porzioni di territorio, per un benessere che passa prima dal soggetto singolo e del suo circondario.
Guerretta a suon di clacson per l'affermazione del proprio diritto a parcheggiare proprio lì, dove sta parcheggiando il "tizio", o per la priorità nella fila al supermercato.

Per finire la guerra che forse più soddisfazione dà al genere umano (che se lo può permettere), e fuori dalla finestra, le bombe, i clacson, i cori dei manifestanti, non fanno più rumore: ho il dominio del telecomando. Comincia la mia trasmissione preferita.

GdM

martedì 6 novembre 2012

Il sogno americano..

Sperare che vinca, anzi, ri-vinca Obama sembra essere la cosa più naturale. Perchè Romney ha troppo la faccia da americano. E se è vero che uno starnuto in America è polmonite per l'Europa, immaginiamo cosa potrebbe essere l'avvento di un Romney sulla scena mondiale.

E' il voto del cuore contro il voto della testa? No, ormai non si tratta più di votare con il cuore. E di certo non sarebbe un voto di testa quello per il repubblicano. Ormai gli americani e, chissà, anche il resto del mondo,  hanno capito che il voto per Obama è un voto di testa.

Stranamente è come votare per il nuovo, nonostante di nuovo non ci sia poi tanto. Ma il progetto è in esecuzione, ha necessità di vedersi applicato, di diventare reale. Ed è per questo forse che gli americani daranno doppio mandato. Per continuare a sperare che il voto di quattro anni fa non fu solo illusione, ma una realtà che sì aveva bisogno di tempo per affermarsi, ma che con il tempo avrebbe davvero portato qualcosa di nuovo nel mondo americano e globale.

Renzi, Grillo, Vendola. Questi sono i "nuovi volti" della scena politica nazionale italiana. Ce n'è forse uno che incarna l'Obama americano? Che lo incarni non solo come illusione di cambiamento rispetto alle facce fin'ora viste, ma che incarni un cambiamento di carattere, di stile, di etica politica, di morale civile.

Vorremmo un Obama nostrano che ci faccia dire a bassa voce, nel silenzio delle nostre case, magari stringendo una mano nell'altra: "Sì, noi possiamo". Possiamo tornare a sperare e respirare. Possiamo respirare aria "buona", perchè l'onestà è l'ossigeno, perchè la legalità è la normalità. Possiamo sperare in un lavoro che dia dignità al vivere, nell'assistenza sanitaria, in una adeguata istruzione, negli investimenti sulla ricerca per dimostrare di essere ancora il paese "sforna cervelli" e "sforna idee" per il rilancio dell'economia nazionale, per ridare valore alla nostra Terra.

I cuori, e le menti, degli Italiani prima o poi saranno pronti a votare. Ora forse non lo sono (Sicilia docet). Tocca a voi, ridare respiro e speranza.

GdM